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DI CANIO: "E ORA LO DICO, SONO BRAVO"

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Messaggio  MisterUefa Ven Dic 09, 2011 9:28 pm

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"Previsioni catastrofiche, pronostici su quando sarei stato cacciato formulati da tanta gente che mi vuole bene, l'attenzione morbosa dei media italiani quando abbiamo perso quattro partite di seguito. Ora dove sono tutti?". Il ruggito spruzzato di (legittimo) orgoglio è di Paolo Di Canio, dati alla mano uno dei tecnici più lanciati dell'intero cosmo professionistico inglese. Da due mesi e spiccioli, il suo Swindon Town non sa cos'è la sconfitta, ha scalato posizioni su posizioni nel campionato di League Two (la quarta divisione inglese) ed è ormai identificato come sicuro protagonista di quella che sarà la volata-promozione. Non bastasse tutto ciò, le cose vanno a gonfie vele anche nelle Coppe, con la qualificazioni alle finali di area del Johnstone's Paint Trophy e, soprattutto, la conquista del terzo turno di Coppa d'Inghilterra, piccolo grande traguardo che nella tranquilla, raccolta Swindon avevano dimenticato. E sarà una notte tutta speciale quella del 7 gennaio, quando al County Park verrà a giocarsi un altro giro di giostra, il Wigan: tradotto, il mondo ancora lontano e affascinante della Premier League. Davvero niente male, mister Di Canio: e pensare, appunto, che l'atterraggio nel trafficato e stressato mondo delle panchine non era stato morbido.


"Non dovevo mangiare il panettone, giusto? Bene, il panettone non mi è mai piaciuto, preferisco il pandoro, che avrei mangiato comunque fossero andate le cose. Due "pound", per fortuna, li guadagno lo stesso. Il punto è un altro, ovvero che non si misura una capacità in un breve tempo, ma in un giusto tempo". Quello che, in Inghilterra, sanno evidentemente comprendere, soppesare, concedere: "Qui non sono scemi come in Italia – spiega "efficacemente" Di Canio – qui l'allenatore, il manager arriva e decide tutto. Non conoscevo il livello della League Two, c'è stato un tempo di approccio, molti stranieri, un gruppo multilingue con giocatori che si sono aggiunti dopo il ritiro. Sono arrivati risultati negativi che, tuttavia, chi ha visto le partite ha ritenuto fossero immeritati. La dirigenza è stata salda, il presidente, il "board", qui, ti danno il tuo tempo, il progetto si valuta come minimo a fine anno. Perché conta come si lavora, come si va insieme, uniti, lungo la strada che si vuole percorrere".

Ed ecco la metamorfosi positiva, il brutto anatroccolo Swindon che si fa cigno e che ha un artefice: lui, Paolo Di Canio. Attribuirsi dei meriti importanti, avere una forte autostima costruita sui fatti, e non sulle parole, non è esercizio di immodestia: "Lo dico, sono stato bravissimo. So giudicarmi e so, ho capito quale possa essere la mia stoffa. Mi davano dell'immaturo e invece, alla prima esperienza e in pochissimo tempo, ho sapurto ribaltare tutto. A volte mi chiedo anch'io come è stato possibile nel giro di un solo mese o poco cambiare tutto questo. In realtà è perché so autoanalizzarmi al momento, cambiare approccio, mentalità, scelte, anche ovviamente grazie al grande aiuto, alla collaborazione massima dei giocatori. Certamente arriveranno altri momenti duri, ma ora ci siamo". Si direbbe proprio di sì: il bilancio spicciolo è di una serie aperta di 13 gare ufficiali positive, Wembley all'orizzonte (la finale del Johnstone's Paint Trophy, come qualsiasi altra del football albionico, si gioca nel "tempio"), il cammino nella Coppa dei grandi e qualche botto come il clamoroso 4-1 all'Huddersfield, formazione che non perdeva da 42 partite, il cui tecnico è sotto osservazione da parte di club importanti, "e che è stata presa a pallate".
Ma più che dei risultati virati al bello stabile, Di Canio è fiero di quello che, realmente, la sua squadra esprime in campo: "Ci sono gol che non si vedono, a livello di costruzione, nella Serie A italiana. Segnamo tante reti su azione, con movimenti studiati, sfruttando bene gli esterni, variando molto le soluzioni di passaggio a centrocampo. Io attacco come minimo con cinque uomini, vedo squadre di Premier League o Serie A che attaccano con uno e mezzo, due, sempre e solo con i lanci lunghi. Questo è il mio calcio, secondo me si difende attaccando. E il merito è dei giocatori, del lavoro certosino che svolgono tutti i giorni". E chissà che lo spettacolo debba ancora cominciare, per lo Swindon e per un Di Canio in cui la voglia di calcio va di pari passo con l'ambizione: "Coppa d'Inghilterra? No, no, è un bonus, un premio per la società e i tifosi, un esperimento buono per misurare le capacità mie e dei ragazzi contro una squadra di livello così alto per noi come il Wigan. Io penso al campionato. E intanto, preparo la colomba di Pasqua, e la mangerò a prescindere. Spero che la gente che in Italia mi voleva così bene qualche mese fa e che adesso rimane così in silenzio stia ancora tranquilla. Che tanto sto bene lo stesso".
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