Champions: Milan, che fatica
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Champions: Milan, che fatica
Altro che carica da Champions League. E' una serata malinconica quella dell'esordio europeo del Milan. Nemmeno contro l'Anderlecht i rossoneri riescono a sfatare il tabù di San Siro: dopo due sconfitte in campionato questa volta si arrangiano con uno 0-0 che certo non basta ad Allegri per solidificare la propria posizione. Chissà se si accontenterà il presidente Silvio Berlusconi, che dopo la cena della vigilia con la figlia Barbara sembrava intenzionato a concedere credito all'allenatore fino al derby del 7 ottobre.
Mancano i vari Montolivo, Robinho e Pato, ma ora come ora il Milan non sembra in grado di decollare. Per la disperazione del pubblico (27.593 spettatori, numeri da coppa Italia) che si scalda solo all'intervallo quando sul megaschermo compaiono i gol di Ibrahimovic (fischiato) e Thiago Silva (applausi). Mentre il Psg dilaga, il Milan arranca, e non consola la sconfitta del prossimo avversario, lo Zenit San Pietroburgo a Malaga. Se riesce ad arrivarci, Allegri deve risolvere parecchi problemi.
Intanto non è bastato cambiare modulo. Scettico alla vigilia sull'idea di variare sistema senza poterlo allenare, il livornese lancia Pazzini come unica punta, con Emanuelson e Boateng (sempre più involuto) alle sue spalle, davanti a un centrocampo in cui viene rispolverato Flamini, al fianco di De Jong e Nocerino. Novità anche in difesa, dove Mexes fa il suo esordio stagionale e Allegri scommette sul giovane De Sciglio al posto di Abate. Solo l'ultima scommessa paga, perché De Sciglio è quello con le gambe più fresche e le idee più chiare. La squadra di Allegri non gioca come fosse la testa di serie del girone. Né l'Anderlecht è una squadra materasso: Van den Brom blinda Boateng con raddoppi costanti, e attacca scientificamente i punti deboli del Milan. Così, con disinvoltura, i belgi superano l'avversario per possesso di palla (54%) nel primo tempo. Il Milan non si è ancora scrollato di dosso le incertezze.
Ogni qual volta l'Anderlecht si affaccia in area sono brividi per Abbiati, che ringrazia Bonera e Mexes, quasi impeccabili nel contenere Mbokani. De Jong non azzecca un passaggio e questo rende inutili gli scatti di Pazzini, pericoloso solo quando è servito con i cross. Più intelligente è la partita di De Sciglio, che corre come un dannato sulla fascia destra, e da una sua idea nasce al 15' il primo pericolo del Milan, un colpo di tacco di Boateng smorzato da Wasilewski. A parte un salvataggio di fondoschiena del portiere belga Proto, il Milan a lungo è costretto a inseguire gli avversari, in particolare Antonini, in costante affanno. Il paradosso è che l'Anderlecht spinge e il Milan riparte in contropiede. Andrebbe bene anche così ad Allegri, se solo al 34' Emanuelson riuscisse a colpire bene il perfetto lancio di Nocerino. Biglia dà la sveglia al Milan quando al 6' della ripresa spara alto davanti ad Abbiati.
Da lì in poi i rossoneri soffrono meno, tengono di più il pallone ed entrano più spesso nell'area belga. Merito anche di El Shaarawy, che al 15' prende il posto di un fischiatissimo Boateng e si fa subito notare per un'incornata su cui è bravo Proto. Allegri deve sostituire Bonera (problema al piede sinistro) con Yepes e per gli ultimi 10' manda in campo Constant per Emanuelson. Non vuole prendersi rischi, il pubblico non gradisce. E tanto meno apprezza gli ultimi minuti senza colpi di scena, scatenandosi alla fine in fragorosi fischi.
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