LEGA PRO: LA TRITIUM SI GODE I FRATELLI DEL GOL

Non si possono definire "gemelli del gol" in quanto sono nati a quattro anni di distanza, ma se non fosse per questo dato anagrafico Enrico Bortolotto (classe 1981) e Roberto Bortolotto (1985) avrebbero tutte le carte in regola per prendere a noleggio la definizione che un tempo fu assegnata a Pulici e Graziani (seppur con motivazioni differenti). I due fratelli, originari di Padova, sono arrivati tardi nel calcio dei professionisti ma la loro enorme tecnica ha permesso alla Tritium di scalare le classifiche e di volare in poco tempo dalla serie D alla Lega Pro Prima Divisione. A Trezzo sull'Adda i due giocatori sono dei totem, insieme a Dionisi, Daldosso e tutti gli altri ragazzi che hanno vissuto in prima persona la grande ascesa della Tritium. I due Bortolotto hanno parecchie cose in comune: l'amore per il calcio sopraffino (entrambi amano alla follia Roberto Baggio), la passione per l'Inter, per i Queen ed il film "Braveheart". Tutti e due, inoltre, sono arrivati alla Tritium nel 2007. C'è poi da non trascurare un dettaglio: il Dio del pallone ha donato ad entrambi un talento smisurato, che in casa biancoazzurra sta facendo la differenza. A guardarli dare del tu al pallone con disarmante facilità viene spontaneo chiedersi "ma questi dove si sono nascosti fino ad oggi?": la loro storia merita di essere raccontata.

Nei primi anni di attività Enrico considerava il calcio un hobby: la priorità erano gli studi, infatti è arrivata una laurea in statistica di cui va molto fiero. "Sono del parere che quando inizi un percorso lo devi portare a termine – spiega – mi ero iscritto all'Università per cui non mi andava di allontanarmi da casa". Durante quegli anni le squadre si chiamavano Albignasego e Abano Terme (in Eccellenza). Poi la svolta: "In quel periodo, all'Abano Terme, venne ad allenarsi con noi Felice Centofanti, che aveva appena smesso di giocare: fu lui il primo a dirmi che meritavo categorie superiori. Quando lo assunsero all'Ancona come ds, pensò a me: mi ero laureato da pochi giorni per cui decisi di accettare". Dopo Ancona è stata la volta di Varese, prima dello sbarco alla Tritium.

L'avventura di Roberto è invece un po' diversa: talento precoce su cui puntava il Milan, con i rossoneri ha anche esordito in serie A (Piacenza-Milan 4-2 del 24/5/03), poi un grave infortunio al ginocchio ne ha bloccato la crescita. Dopo alcuni anni alla Biellese si è trasferito alla Tritium, di cui oggi è un pilastro inamovibile. "Ci tengo a dire che per me la ex serie C1 era un sogno da realizzare – racconta - ho militato in serie A, in serie C1, in serie C2 ed in serie D: ora mi manca solo la B, a fine carriera vorrei poter dire di aver giocato almeno una volta in tutte le principali categorie del calcio italiano. Quando ero in D non pensavo più di arrivare in Prima Divisione, però ci ho sempre sperato: a volte i sogni si realizzano". Tra Enrico e Roberto c'è un forte legame, oltre che una grande stima reciproca. "Roberto è uno dei giocatori più talentuosi della Tritium – dice il primo - avrebbe meritato di più in carriera, è stato sfortunato, a livello tecnico non gli manca niente". "Negli ultimi due anni mio fratello è maturato in modo spaventoso – contraccambia Roberto - ha una grande tecnica, solo che in passato cercava di scartare tutti e di andare in porta. Adesso è un giocatore più completo". Chissà, magari il loro futuro riserverà ancora delle sorprese...