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PALOSCHI: "SARÒ GRANDE COL CHIEVO"

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Messaggio  MisterUefa Mer Feb 08, 2012 3:39 pm

Un esordio in Serie A da predestinato e poi un giro d'Italia con diverse maglie con un solo obiettivo: tornare al Milan. Il presente però è a Verona e Alberto Paloschi lo racconta in esclusiva a SportMediaset.it: "La doppia cifra sarebbe un sogno, ma l'obiettivo è essere importante per il Chievo che è la mia casa". Una vita tra Inzaghi e Pellissier "campioni e grandi uomini" e uno spauracchio: "Acerbi e Ranocchia i difensori più temibili".

Da Inzaghi a Crespo fino a Pellissier. Tutti grandi professionisti. Come ti trovi a giocare con Pellissier?
"Sergio è un punto di riferimento, ma non solo per me, per tutti. Oltre a essere un grande giocatore, è una grande persona e come calciatore ha grandi qualità. Andare in doppia cifra in Serie A non è facile e lui lo fa con costanza da anni. Qualche consiglio me lo dà, ma io cerco di 'rubare' le piccole cose, imparare i segreti che gli hanno permesso di raggiungere i suoi traguardi".

Al Chievo hai trovato continuità con Di Carlo. Quanto è importante la fiducia del mister?
"Non è importante, è fondamentale. Soprattutto per un giovane. Scendere in campo sapendo che il mister crede in te, ti permette di giocare più tranquillo e molto più libero di testa e ti permette di provare a dare il massimo, anche sbagliando qualcosa".

Il Chievo nonostante sia a grandi livelli da dieci anni per molti continua a essere una favola. Come la si vive all'interno?
"Ma infatti lo è. Lo è perché è una società professionistica ma che è vissuta da tutti come una famiglia. E' gestita così. C'è meno pressione, personalmente quando vado al campo d'allenamento mi sembra di essere tornato a quando facevo le giovanili. Ci sono tanti sorrisi e poche tensioni. Questo perché è una società gestita basandosi su valori reali, sembra di essere a casa".

In Italia ragazzi come te, El Shaarawy, Gabbiadini e altri, faticano a trovare spazio nelle grandi da subito. All'estero, vedi Reus o Chamberlain, non è così. Perché?
"Il campionato da noi è molto più duro ma quando un giovane riesce a emergere, secondo me, può fare bene in tutta Europa. Se un ragazzo riesce a essere titolare in Serie A, penso possa giocarsela ovunque. In Italia si ha paura di lanciare i giovani nei grandi club perché ogni partita è difficile, molto più che in altri campionati. Ma se si ha la fortuna di dimostrare il proprio valore, non si esce più".

Quindi i vari talenti europei secondo te in Italia non sarebbero esplosi?
"Secondo me i vari Reus in Italia avrebbero fatto molta più fatica a emergere".

Campionato difficile, è vero, ma c'è un difensore che ti ha fatto impazzire oltre i soliti Thiago Silva, Samuel, Chiellini...?
"Devo dire Ranocchia e per restare tra i giovani, direi Acerbi. Gioca con noi e devo dire che è un osso duro".

Anche tu è quattro anni che vai e vieni dal Milan. Quanto sei cresciuto in giro per l'Italia?
"Ho potuto giocare e solo giocando puoi crescere e migliorare. Sono migliorato un po' in tutto rispetto a prima ma è solo l'inizio. Non devo mollare e lavorare sodo tutti i giorni".

Un po' di amarcord. Ancelotti nel 2008 ti fece esordire e ti definì un predestinato. Lo senti ancora?
"No purtroppo non lo sento più. Ma le parole spese allora da una persona che ha vinto così tanto nel calcio mi riempirono d'orgoglio".

Cosa provi quando ripensi a quel 10 febbraio 2008 (Milan-Siena 1-0, gol a 18 secondi dall'esordio ndr)?
"Sembrava un sogno, di quelli che quando sei bambino forse nemmeno riesci a immaginare così bello. Non volevo svegliarmi più. Esordire in Serie A, entrare e fare gol subito in un top club e in un top stadium. Incredibile. Quando ho visto la palla entrare non ho capito più nulla".

Impossibile non parlare di Inzaghi con te...
"Lo sento spesso perché oltre a essere un campione e il mio idolo, è una grande persona. Non parliamo quasi mai della situazione calcistica, ma ho provato, provo e proverò a seguire al massimo i suoi consigli. Dentro e fuori dal campo".

Il Milan ha cercato un attaccante per tutto l'inverno. Hai mai pensato di poter tornare subito o preferisci essere il prossimo Pippo Inzaghi?
"Tevez e Lopez sono dei campioni affermati. Possono risolverti la partita, io devo crescere ancora molto e posso farlo al Chievo. Pippo è un maestro. Cercherò sempre di rubargli le qualità, d'altronde se ha fatto 300 e passa gol in Serie A non stiamo parlando dell'ultimo arrivato. Diventare come lui?... Magari!"

Va bene, cominciamo col breve periodo. Obiettivo doppia cifra?
"Sì, sarebbe fantastico. Ma mi accontento di segnarne meno ma decisivi per il Chievo".
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