DE ROSSI: "HO BISOGNO DELLA ROMA"
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DE ROSSI: "HO BISOGNO DELLA ROMA"
De Rossi è raggiante dopo il rinnovo di contratto con i giallorossi: "Ho bisogno della Roma per giocare a calcio in un certo modo, è l'unica scelta che ho sempre voluto fare, anche se c'è stato un momento l'anno scorso in cui sentivo che l'amore che c'era da parte dei tifosi era leggermente scemato". L'accordo con "Capitan futuro" è per 5 anni con un compenso lordo di 10 mln lordi, quindi 5,5 netti. Non prevede nessuna clausola rescissoria.
La Roma ha anche un accordo per sfruttare il 50% dei diritti di immagine del calciatore. De Rossi spiega i motivi che l'hanno portato alla sua decisione: "E' una scelta di cuore, ma anche di testa, non rimango per fare il turista, c'è una componente affettiva ma io credo molto in questo progetto e mi aspetto molto da questa società". Il centrocampista è rimasto a Roma, non solo per affetto ma anche per vincere e lo dice chiaramente, puntando su Luis Enrique e sulla nuova proprietà: "Scudetto? Credo che il progetto lo preveda, non so dire in quanto tempo, non ho vent'anni davanti a me per attenderlo. Io voglio che questo sia l'unico anno in cui partiamo in seconda linea. C'è ancora da maturare, la squadra è abbastanza giovane ma penso che in cinque anni l'obiettivo sia raggiungibile. Per la Champions è più difficile, ci sono realtà giganti a livello europeo per investimenti, stadi, introiti e soprattutto giocatori. Il mio amore per questa squadra va al di là di dirigenza o allenatori, ma Luis Enrique è stato fondamentale. Ha riacceso la fiammella di cui hanno bisogno tutti i giocatori. E' l'allenatore migliore con cui sia mai stato, a livello tattico, di ritiri. Ogni suo atteggiamento mi trova sulla sua lunghezza d'onda e questo non è poco".
De Rossi precisa meglio i suoi superati tentennamenti: "Il problema non è stato a livello umano, ma a livello professionale. Non ero visto più come un giocatore forte e avevo le mie responsabilità. Io qui ci devo stare se sono ben voluto, soprattutto a casa mia e ciò mi aveva spinto a pensare ad altre soluzioni. Ho avuto poi un momento in cui la voglia di vedermi in altri palcoscenici e confrontarmi con i più forti e per i trofei più importanti mi affascinava molto e più del solito, ma ci proverò da qui. Non penso sia un segreto che io abbia parlato con altre squadre, qualche chiacchiera si è fatta. Il contratto economico nella prima parte della stagione è stato l'ostacolo e sul quale io non volevo fare sconti. C'è stato da discutere, anche se mai in maniera cattiva o antipatica, e sulla cifra non volevo fare sconti: l'ho chiesta dal primo giorno e non è cambiata. La clausola è un giusto tentativo della società, ci ho pensato anche io ma avrebbe stonato parecchio con la mia storia a Roma e il mio rapporto con la gente di Roma".
La Roma ha anche un accordo per sfruttare il 50% dei diritti di immagine del calciatore. De Rossi spiega i motivi che l'hanno portato alla sua decisione: "E' una scelta di cuore, ma anche di testa, non rimango per fare il turista, c'è una componente affettiva ma io credo molto in questo progetto e mi aspetto molto da questa società". Il centrocampista è rimasto a Roma, non solo per affetto ma anche per vincere e lo dice chiaramente, puntando su Luis Enrique e sulla nuova proprietà: "Scudetto? Credo che il progetto lo preveda, non so dire in quanto tempo, non ho vent'anni davanti a me per attenderlo. Io voglio che questo sia l'unico anno in cui partiamo in seconda linea. C'è ancora da maturare, la squadra è abbastanza giovane ma penso che in cinque anni l'obiettivo sia raggiungibile. Per la Champions è più difficile, ci sono realtà giganti a livello europeo per investimenti, stadi, introiti e soprattutto giocatori. Il mio amore per questa squadra va al di là di dirigenza o allenatori, ma Luis Enrique è stato fondamentale. Ha riacceso la fiammella di cui hanno bisogno tutti i giocatori. E' l'allenatore migliore con cui sia mai stato, a livello tattico, di ritiri. Ogni suo atteggiamento mi trova sulla sua lunghezza d'onda e questo non è poco".
De Rossi precisa meglio i suoi superati tentennamenti: "Il problema non è stato a livello umano, ma a livello professionale. Non ero visto più come un giocatore forte e avevo le mie responsabilità. Io qui ci devo stare se sono ben voluto, soprattutto a casa mia e ciò mi aveva spinto a pensare ad altre soluzioni. Ho avuto poi un momento in cui la voglia di vedermi in altri palcoscenici e confrontarmi con i più forti e per i trofei più importanti mi affascinava molto e più del solito, ma ci proverò da qui. Non penso sia un segreto che io abbia parlato con altre squadre, qualche chiacchiera si è fatta. Il contratto economico nella prima parte della stagione è stato l'ostacolo e sul quale io non volevo fare sconti. C'è stato da discutere, anche se mai in maniera cattiva o antipatica, e sulla cifra non volevo fare sconti: l'ho chiesta dal primo giorno e non è cambiata. La clausola è un giusto tentativo della società, ci ho pensato anche io ma avrebbe stonato parecchio con la mia storia a Roma e il mio rapporto con la gente di Roma".
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