MASIELLO: TEMEVO DI SALTARE IN ARIA
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MASIELLO: TEMEVO DI SALTARE IN ARIA
Un nuovo capitolo del calcioscommesse ha fatto tappa a Bari. Andrea Masiello, ex capitano dei pugliesi e adesso difensore dell'Atalanta, è stato interrogato dal pm Ciro Angelillis. Il giocatore avrebbe ammesso di aver accettato denaro per combinare una partita (Palermo-Bari 2-1), a causa del clima di terrore creato attorno a lui da mafia locale e zingari: "Temevo mi saltasse in aria la macchina". Il verbale dell'interrogatorio è stato secretato.
Il denaro ricevuto per la combine della partita del 'Barbera' è stato poi restituito a causa del mancato tarocco. Lo scenario, però, rimane inquietante: secondo le indiscrezioni riportate da 'La Gazzetta dello Sport', i problemi di Masiello sarebbero iniziati già nel 2008, quando Iacovelli (infermiere che faceva da tramite fra criminalità organizzata e giocatori) gli presentò Antonio Bellavista, ex capitano del Bari arrestato a Cremona lo scorso giugno nell'ambito del primo filone dell'inchiesta 'Last Bet' . Da quel momento, secondo le confidenze fatte da Masiello al procuratore, sarebbe stato un crescendo di paura a causa delle pressioni esercitate su di lui da mafia locale (il clan Parisi su tutti) e il gruppo degli 'zingari'.
Dalle prime ricostruzioni, al giocatore sarebbero stati offerti 80mila euro per combinare quattro gare (Bari Chievo 1-2, Bari-Samp 0-1, Palermo-Bari 2-1 e Bari-Roma 2-3). Il giocatore accetta i soldi solo per la gara di Palermo, mai quando le richieste arrivano di fronte ai compagni di squadra (Parisi, Marco Rossi e Bentivoglio). Masiello, messo un po' alle strette, avrebbe anche detto che "altre sfide del Bari sono state alterate. La sensazione è diventata quasi certezza in campo. Ora toglierei il quasi". I sospetti si annidano sulle teste del portiere Padelli e del difensore Belmonte, ma - secondo la 'Gazzetta del Mezzogiorno' - il difensore atalantino avrebbe tirato in mezzo anche Almiron.
"C'erano dei giorni che avevo paura persino di accendere la macchina, sai come accade nei film che poi salta in aria...". Un clima di terrore di cui Masiello si voleva liberare da mesi. Per questo ha pienamente collaborato con Angelillis dopo averlo già fatto con il pm di Cremona Di Martino. I verbali rimangono secretati, ma si aprono piste chiare e inequivocabili: anche la Serie A è stata intaccata dal malcostume dilagante delle scommesse illecite.
Il denaro ricevuto per la combine della partita del 'Barbera' è stato poi restituito a causa del mancato tarocco. Lo scenario, però, rimane inquietante: secondo le indiscrezioni riportate da 'La Gazzetta dello Sport', i problemi di Masiello sarebbero iniziati già nel 2008, quando Iacovelli (infermiere che faceva da tramite fra criminalità organizzata e giocatori) gli presentò Antonio Bellavista, ex capitano del Bari arrestato a Cremona lo scorso giugno nell'ambito del primo filone dell'inchiesta 'Last Bet' . Da quel momento, secondo le confidenze fatte da Masiello al procuratore, sarebbe stato un crescendo di paura a causa delle pressioni esercitate su di lui da mafia locale (il clan Parisi su tutti) e il gruppo degli 'zingari'.
Dalle prime ricostruzioni, al giocatore sarebbero stati offerti 80mila euro per combinare quattro gare (Bari Chievo 1-2, Bari-Samp 0-1, Palermo-Bari 2-1 e Bari-Roma 2-3). Il giocatore accetta i soldi solo per la gara di Palermo, mai quando le richieste arrivano di fronte ai compagni di squadra (Parisi, Marco Rossi e Bentivoglio). Masiello, messo un po' alle strette, avrebbe anche detto che "altre sfide del Bari sono state alterate. La sensazione è diventata quasi certezza in campo. Ora toglierei il quasi". I sospetti si annidano sulle teste del portiere Padelli e del difensore Belmonte, ma - secondo la 'Gazzetta del Mezzogiorno' - il difensore atalantino avrebbe tirato in mezzo anche Almiron.
"C'erano dei giorni che avevo paura persino di accendere la macchina, sai come accade nei film che poi salta in aria...". Un clima di terrore di cui Masiello si voleva liberare da mesi. Per questo ha pienamente collaborato con Angelillis dopo averlo già fatto con il pm di Cremona Di Martino. I verbali rimangono secretati, ma si aprono piste chiare e inequivocabili: anche la Serie A è stata intaccata dal malcostume dilagante delle scommesse illecite.
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