TRAPANI, ODISSEA PER L'ITALIA
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TRAPANI, ODISSEA PER L'ITALIA
Il giro d'Italia del Trapani è una tappa lunga e tutta in salita. Dall'estremo occidente della Sicilia fino a Bolzano, in un anno i chilometri macinati dal club di Morace sono una mezza follia che prova a spiegarci il dg Mimmo Lipari: "In totale, conti alla mano, facciamo in questa stagione 42568 km per le trasferte. Pensi che per andare e tornare da Siracusa, che per noi è la gara esterna più vicina, facciamo circa 700 chilometri....".
Scherzi del destino o, per dirla come in realtà è, del calendario verticale che ha rivoluzionato i gironi della Lega Pro. Una volta c'erano il "nordisti" e i "sudisti", adesso si viaggia tutti insieme nemmeno si fosse usciti da una guerra di secessione calcistica. Quindi da Trapani si finisce a Bolzano o Trieste, a Salò o Cremona: "E i costi - continua Lipari - sono enormi. Abbiamo calcolato anche quelli: in media spendiamo solo per i trasferimenti 10mila euro per ciascuna delle 17 gare esterne. Il totale è quindi 170mila euro. E stiamo parlando solo del viaggio, perché poi ci sono da pagare gli alberghi e i campi per allenarci. Dato che siamo obbligati a partire spessissimo il venerdì, la rifinitura tocca farla in campetti affittati. E non ce li regalano come può immaginare".
Come fa una società come il Trapani a sostenere queste spese?
"Risparmiando, è ovvio, ovunque si possa risparmiare. Con Alitalia abbiamo trovato un accordo e il prezzo dei voli è leggermente più basso. Per il resto evitiamo uscite di soldi inutili. Anche perché mica finisce tutto con la prima squadra: le nostre tre giovanili fanno il campionato nazionale e, pur muovendosi in pullman, ci costano, a testa, 3500 euro l'anno. Poi, come detto, alle spese di viaggio dobbiamo aggiungere circa 13/14mila euro per alberghi e varie".
Nonostante tutto il Trapani in campionato vola...
"Ci tengo a dire innanzitutto una cosa: per noi, questa, questa dei viaggi intendo, è un'esperienza bellissima. Per la prima volta nella storia più che centenaria del Trapani ci troviamo ad affrontare squadre come Triestina, Piacenza o Cremonese che hanno un passato importante alle spalle. E' come approdare in un mondo nuovo ed è un mondo che ci arricchisce. Forse è anche per questo che la squadra sta ottenendo questi risultati, perché ha un'euforia incredibile. Siamo partiti come matricola e siamo dove siamo, a ridosso della capolista Siracusa. A questo punto non ci poniamo limiti. Fino a quando saremo là ci proveremo. Se però alla fine non dovesse arrivare un grandissimo risultato andrà bene lo stesso: dovevamo salvarci e invece lottiamo con i primissimi. Badi bene che in un campionato estremamente oneroso come la Lega Pro, cui la Covisoc chiede le stesse garanzie chieste ai club di A e B, ciò che più ci rende orgogliosi è essere una società sana, senza debiti, che sa programmare il futuro e non fa mai il passo più lungo della gamba".
Questo vuol dire che il sogno della Serie B non vi convincerà a darvi al mercato?
"No, significa che abbiamo preso quel che ci serviva, il terzino che aveva chiesto Boscaglia, e va bene così. Se poi dovesse capitarci un affare particolarmente vantaggioso e interessante, come fu Tedesco un anno fa, non ci tireremmo indietro".
E in uscita, magari a giugno?
"Il mister non si tocca, è blindato, perché è uno della famiglia e ha con tutti un rapporto umano che va molto al di là di quello professionale. Per i giocatori al momento non saprei dire. So che seguono Gambino e Barraco, vedremo...".
Mi dica una cosa: lei alla promozione ci crede?
"Io credo che questa squadra possa andare fino in fondo e giocarsela fino all'ultima giornata con tutti. Ma credo anche che nello sport ci voglia un po' di fortuna".
Scherzi del destino o, per dirla come in realtà è, del calendario verticale che ha rivoluzionato i gironi della Lega Pro. Una volta c'erano il "nordisti" e i "sudisti", adesso si viaggia tutti insieme nemmeno si fosse usciti da una guerra di secessione calcistica. Quindi da Trapani si finisce a Bolzano o Trieste, a Salò o Cremona: "E i costi - continua Lipari - sono enormi. Abbiamo calcolato anche quelli: in media spendiamo solo per i trasferimenti 10mila euro per ciascuna delle 17 gare esterne. Il totale è quindi 170mila euro. E stiamo parlando solo del viaggio, perché poi ci sono da pagare gli alberghi e i campi per allenarci. Dato che siamo obbligati a partire spessissimo il venerdì, la rifinitura tocca farla in campetti affittati. E non ce li regalano come può immaginare".
Come fa una società come il Trapani a sostenere queste spese?
"Risparmiando, è ovvio, ovunque si possa risparmiare. Con Alitalia abbiamo trovato un accordo e il prezzo dei voli è leggermente più basso. Per il resto evitiamo uscite di soldi inutili. Anche perché mica finisce tutto con la prima squadra: le nostre tre giovanili fanno il campionato nazionale e, pur muovendosi in pullman, ci costano, a testa, 3500 euro l'anno. Poi, come detto, alle spese di viaggio dobbiamo aggiungere circa 13/14mila euro per alberghi e varie".
Nonostante tutto il Trapani in campionato vola...
"Ci tengo a dire innanzitutto una cosa: per noi, questa, questa dei viaggi intendo, è un'esperienza bellissima. Per la prima volta nella storia più che centenaria del Trapani ci troviamo ad affrontare squadre come Triestina, Piacenza o Cremonese che hanno un passato importante alle spalle. E' come approdare in un mondo nuovo ed è un mondo che ci arricchisce. Forse è anche per questo che la squadra sta ottenendo questi risultati, perché ha un'euforia incredibile. Siamo partiti come matricola e siamo dove siamo, a ridosso della capolista Siracusa. A questo punto non ci poniamo limiti. Fino a quando saremo là ci proveremo. Se però alla fine non dovesse arrivare un grandissimo risultato andrà bene lo stesso: dovevamo salvarci e invece lottiamo con i primissimi. Badi bene che in un campionato estremamente oneroso come la Lega Pro, cui la Covisoc chiede le stesse garanzie chieste ai club di A e B, ciò che più ci rende orgogliosi è essere una società sana, senza debiti, che sa programmare il futuro e non fa mai il passo più lungo della gamba".
Questo vuol dire che il sogno della Serie B non vi convincerà a darvi al mercato?
"No, significa che abbiamo preso quel che ci serviva, il terzino che aveva chiesto Boscaglia, e va bene così. Se poi dovesse capitarci un affare particolarmente vantaggioso e interessante, come fu Tedesco un anno fa, non ci tireremmo indietro".
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"Io credo che questa squadra possa andare fino in fondo e giocarsela fino all'ultima giornata con tutti. Ma credo anche che nello sport ci voglia un po' di fortuna".
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