Doni intercettato con Santoni Linguaggio cifrato: "Fantozzi, è lei?"
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Doni intercettato con Santoni Linguaggio cifrato: "Fantozzi, è lei?"
"Fantozzi è lei?". A tirare in ballo il celebre personaggio inventato da Paolo Villaggio è l'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni in una conversazione telefonica (intercettata dalla polizia) con l'ex preparatore atletico del Ravenna Calcio Nicola Santoni in cui si parla della possibilità di manomettere il telefono sequestrato dalla polizia a Santoni alcuni mesi fa.PROVE INQUINATE — Doni, che "per precauzione" parla dal telefono di un'altra persona, chiede anche a Santoni di camuffare la voce ("fai il falsetto, fai il falsetto") e, distorcendo anche lui il tono, spiega che "tramite il computerino si cambia il passwordino", facendo riferimento alla possibilità di "entrare da remoto" nel cellulare (un iPhone) attraverso un computer. La conversazione è del 15 novembre 2011 alle 5.22 e, secondo gli inquirenti, dimostrerebbe il tentativo di inquinare le prove messo in atto dal 38enne ex calciatore atalantino, determinandone il suo arresto nell'ambito della seconda trance dell'inchiesta sul calcioscommesse coordinata dalla Procura di Cremona.
SOLDI E SCHEDA — La conversazione tra il calciatore e l'ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, è dell'11 novembre scorso. Doni finisce in carcere anche perchè avrebbe consegnato a Santoni una somma di denaro per pagare il suo avvocato nel processo sportivo. Non per benevolenza, secondo gli inquirenti, ma perchè il calciatore era seriamente preoccupato per le dichiarazioni che il preparatore minacciava di fare all'Autorità sportiva che lo avrebbe poi condannato alla sospensione per quattro anni. Agli atti c'è un'intercettazione emblematica, per l'accusa, dello suo stato d'animo. Parlando con un amico comune, Santoni minaccia, il primo agosto alle 21.55, dopo quindi i primi arresti di giugno: "Comunque ti volevo accennare, ti vole annunciare che è guerra!!". "Con il capitano?", ribatte l'altro. "Sì. sì.sì.., guerra aperta...- spiega Santoni -... oggi sono andato a fare una bella firma e ho speso i miei 120 (120mila euro)... per me possono morire tutti. Io lunedì. mercoledì faccio le mie memorie... in base a quelle sì.. sì..ci sono delle grandi corde per l'impiccagione". C'è un altra circostanza che incastrà Doni: una scheda telefonica, procuratagli dagli amici del bagno di Cervia, coinvolti nell'inchiesta, intestata a un romeno e pertanto ritenuta sicura dalle intercettazioni. La scheda è usata solo poco prima e poco dopo le partite che Doni è accusato di aver combinato. Partite truccate non solo per il proprio vantaggio di scommettitore ma perchè, secondo il gip Salvini, agiva "anche per conto di imprecisati dirigenti della squadra, che aspirava alla promozione in serie A". Avrebbe agito, quindi, per conto di qualcuno all'interno della stessa Atalanta.[justify]
SOLDI E SCHEDA — La conversazione tra il calciatore e l'ex preparatore atletico dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, è dell'11 novembre scorso. Doni finisce in carcere anche perchè avrebbe consegnato a Santoni una somma di denaro per pagare il suo avvocato nel processo sportivo. Non per benevolenza, secondo gli inquirenti, ma perchè il calciatore era seriamente preoccupato per le dichiarazioni che il preparatore minacciava di fare all'Autorità sportiva che lo avrebbe poi condannato alla sospensione per quattro anni. Agli atti c'è un'intercettazione emblematica, per l'accusa, dello suo stato d'animo. Parlando con un amico comune, Santoni minaccia, il primo agosto alle 21.55, dopo quindi i primi arresti di giugno: "Comunque ti volevo accennare, ti vole annunciare che è guerra!!". "Con il capitano?", ribatte l'altro. "Sì. sì.sì.., guerra aperta...- spiega Santoni -... oggi sono andato a fare una bella firma e ho speso i miei 120 (120mila euro)... per me possono morire tutti. Io lunedì. mercoledì faccio le mie memorie... in base a quelle sì.. sì..ci sono delle grandi corde per l'impiccagione". C'è un altra circostanza che incastrà Doni: una scheda telefonica, procuratagli dagli amici del bagno di Cervia, coinvolti nell'inchiesta, intestata a un romeno e pertanto ritenuta sicura dalle intercettazioni. La scheda è usata solo poco prima e poco dopo le partite che Doni è accusato di aver combinato. Partite truccate non solo per il proprio vantaggio di scommettitore ma perchè, secondo il gip Salvini, agiva "anche per conto di imprecisati dirigenti della squadra, che aspirava alla promozione in serie A". Avrebbe agito, quindi, per conto di qualcuno all'interno della stessa Atalanta.[justify]
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