"MOU MIO NEMICO SOLO PER I MEDIA"
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"MOU MIO NEMICO SOLO PER I MEDIA"
"Io non voglio cancellare nulla. Nella storia dell'Inter la figura di Mourinho sarà indelebile. Eravamo nemici per i media, io l'ho sempre stimato". Si presenta così Claudio Ranieri, chiamato a risollevare le sorti dei nerazzurri. "Io aggiustatore? Ognuno di noi ha una karma, evidentemente io ho questo. In questa squadra ci sono tanti campioni che hanno solo bisogno di riprendere fiducia in loro stessi. In questo momento l'importante è vincere".
Quali emozioni il primo giorno e da dove riparte?
Sono molto felice e orgoglioso di far parte della famiglia nerazzurra. Se sono stato chiamato ci sono stati dei problemi, sfortuna e infortuni, che hanno determinato il cambio di un allenatore. Questo dispiace sempre. Adesso la cosa più importante è riprendere fiducia e cercare di fare punti.
Le piace il ruolo di 'aggiustatore'?
Ognuno di noi ha un karma, evidentemente io ho questo. A me piace lavorare tantissimo. Il destino ti fa trovare in certi posti piuttosto che in altri. Non ci voleva l'infortunio di Sneijder, voleva esserci. Calciando in porta ha sentito un piccolo dolorino, a Bologna non lo porto. Spero di averlo a disposizione a Mosca.
E' arrivato nel posto dove Mou ha lasciato il segno...
Io non voglio cancellare nulla. Nella storia dell'Inter sarà indelebile la figura di Helenio Herrera e quella di Josè Mourinho. Eravamo nemici per i media, è un allenatore che ho sempre stimato, in campo ci siamo sempre salutati. Fa parte del lavoro di ogni allenatore difendere la propria squadra.
Si aspettava di arrivare all'Inter?
Non me l'aspettavo, la mia mente era indirizzata all'estero. Ma se ti chiama l'Inter devi essere orgoglioso. Il colloquio con Moratti? E' qualcosa di personale. Ho visto la stanza con tutti i trofei.
Ha fatto bene quasi dappertutto. Una vittoria all'Inter è il coronamento di un percorso?
Vincere qui sarebbe una cosa splendida ed è quello che cercheremo di fare con questi ragazzi. Credo molto nella loro voglia di reazione. Sono scivolati, l'importante è rialzarsi e continuare a lottare.
Pazzini e Milito sono incompatibili?
Li vedo compatibili, tutti e due sanno muoversi, Milito ancora più di Pazzini. Per quanto riguarda Sneijder, non sono schiavo di un sistema di gioco.
Un concetto da far passare subito alla squadra?
Compattezza, voglia di lottare fino all'ultimo secondo su ogni pallone. In questo momento è importante il risultato. I ragazzi hanno bisogno di riprendere fiducia in loro stessi. Io sono super concentrato per domani, poi c'è Mosca in Champions e poi il Napoli. Più in là non vado. Io non do mai peso al nome dell'avversario, bisogna sempre lottare.
Rispetto a Parma e Roma quali differenze?
Dove sono stato c'è sempre obbligo di vincere: a Parma per evitare la retrocessione, a Roma perché quando sono arrivato la squadra aveva zero punti. Poi c'è stata una cavalcata strepitosa che solo Pazzini ha interrotto. Disgraziato Pazzini, ma buon per l'Inter. Qui sono chiamato a vincere. Se sei all'Inter devi pensare a vincere, il resto non conta. L'importante è tornare nel campionato che ci spetta. Sono qui da 24 ore e ho capito che il gruppo è sano, i giocatori sono amici. Hanno vinto tanto e vogliono continuare a vincere. Io conto sui campioni che vogliono sempre vincere e io so che nello spogliatoio ci sono tanti campioni.
Qualche senatore dovrà cominciare a tremare?
Cerco sempre di fare il bene della squadra. Ogni tre giorni c'è una partita. Prendiamo il Barcellona, dove ci sono giocatori che giocano solo per la squadra. Questo è il suo segreto. Un campione deve esserlo anche capendo la scelta dell'allenatore, che in quel momento ha pensato al bene della squadra.
Qual è il suo approccio a questa avventura?
L'approccio è sempre lo stesso e cioè trasmettere le sensazioni che ho.
A centrocampo ci sono giocatori usurati...
Lavorerò con il buonsenso, non credo che questi giocatori siano usurati nè finiti.
Cosa pensa guardando la classifica?
Egoisticamente penso che se non ci fosse stata questa non sarei qui adesso, ma anche le altre grandi non sono andate bene ed è positivo, il campionato ci aspetta.
Quali emozioni il primo giorno e da dove riparte?
Sono molto felice e orgoglioso di far parte della famiglia nerazzurra. Se sono stato chiamato ci sono stati dei problemi, sfortuna e infortuni, che hanno determinato il cambio di un allenatore. Questo dispiace sempre. Adesso la cosa più importante è riprendere fiducia e cercare di fare punti.
Le piace il ruolo di 'aggiustatore'?
Ognuno di noi ha un karma, evidentemente io ho questo. A me piace lavorare tantissimo. Il destino ti fa trovare in certi posti piuttosto che in altri. Non ci voleva l'infortunio di Sneijder, voleva esserci. Calciando in porta ha sentito un piccolo dolorino, a Bologna non lo porto. Spero di averlo a disposizione a Mosca.
E' arrivato nel posto dove Mou ha lasciato il segno...
Io non voglio cancellare nulla. Nella storia dell'Inter sarà indelebile la figura di Helenio Herrera e quella di Josè Mourinho. Eravamo nemici per i media, è un allenatore che ho sempre stimato, in campo ci siamo sempre salutati. Fa parte del lavoro di ogni allenatore difendere la propria squadra.
Si aspettava di arrivare all'Inter?
Non me l'aspettavo, la mia mente era indirizzata all'estero. Ma se ti chiama l'Inter devi essere orgoglioso. Il colloquio con Moratti? E' qualcosa di personale. Ho visto la stanza con tutti i trofei.
Ha fatto bene quasi dappertutto. Una vittoria all'Inter è il coronamento di un percorso?
Vincere qui sarebbe una cosa splendida ed è quello che cercheremo di fare con questi ragazzi. Credo molto nella loro voglia di reazione. Sono scivolati, l'importante è rialzarsi e continuare a lottare.
Pazzini e Milito sono incompatibili?
Li vedo compatibili, tutti e due sanno muoversi, Milito ancora più di Pazzini. Per quanto riguarda Sneijder, non sono schiavo di un sistema di gioco.
Un concetto da far passare subito alla squadra?
Compattezza, voglia di lottare fino all'ultimo secondo su ogni pallone. In questo momento è importante il risultato. I ragazzi hanno bisogno di riprendere fiducia in loro stessi. Io sono super concentrato per domani, poi c'è Mosca in Champions e poi il Napoli. Più in là non vado. Io non do mai peso al nome dell'avversario, bisogna sempre lottare.
Rispetto a Parma e Roma quali differenze?
Dove sono stato c'è sempre obbligo di vincere: a Parma per evitare la retrocessione, a Roma perché quando sono arrivato la squadra aveva zero punti. Poi c'è stata una cavalcata strepitosa che solo Pazzini ha interrotto. Disgraziato Pazzini, ma buon per l'Inter. Qui sono chiamato a vincere. Se sei all'Inter devi pensare a vincere, il resto non conta. L'importante è tornare nel campionato che ci spetta. Sono qui da 24 ore e ho capito che il gruppo è sano, i giocatori sono amici. Hanno vinto tanto e vogliono continuare a vincere. Io conto sui campioni che vogliono sempre vincere e io so che nello spogliatoio ci sono tanti campioni.
Qualche senatore dovrà cominciare a tremare?
Cerco sempre di fare il bene della squadra. Ogni tre giorni c'è una partita. Prendiamo il Barcellona, dove ci sono giocatori che giocano solo per la squadra. Questo è il suo segreto. Un campione deve esserlo anche capendo la scelta dell'allenatore, che in quel momento ha pensato al bene della squadra.
Qual è il suo approccio a questa avventura?
L'approccio è sempre lo stesso e cioè trasmettere le sensazioni che ho.
A centrocampo ci sono giocatori usurati...
Lavorerò con il buonsenso, non credo che questi giocatori siano usurati nè finiti.
Cosa pensa guardando la classifica?
Egoisticamente penso che se non ci fosse stata questa non sarei qui adesso, ma anche le altre grandi non sono andate bene ed è positivo, il campionato ci aspetta.
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